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Itinerario Archeologico   Indietro
CASTELLI E FORTILIZI
La difesa è stata un’esigenza primaria per tutta l’antichità. E se in Sicilia il nemico proveniva dal mare, che fosse stato greco per i siculi, romano per i greci, arabo per i bizantini, è successo anche che Siracusa siracusa antica avesse bisogno di difendersi da chi arrivava da terra. L’itinerario tra i castelli e le fortificazioni che le numerose dominazioni hanno lasciato sul territorio della provincia parte con il più antico dei fortilizi della zona. Il castello Eurialo, a partire dal IV secolo a.C., come più grande complesso fortificato del mondo antico, diventa una specie di punto di riferimento del sistema di difesa di tutta la Sicilia. E resterà valido per quasi mille anni. Con la riorganizzazione voluta da Giustiniano dell’Impero romano, la Sicilia alla fine del VII secolo d.C. diventa “thema”, cioè provincia, e Siracusa ne è la capitale nello sforzo di potere meglio controllare gli sconvolgimenti politici del Nordafrica e le puntate degli arabi. Ma Siracusa cade vittima dell’espansionismo dell’Islam nell’878 e per 200 anni, sino alla spedizione di Giorgio Maniace che liberò anche Messina, resterà nelle mani arabe. Dello sforzo di difesa dei Bizantini rimane praticamente nulla: anche il forte costruito sulla punta estrema di Ortigia fu inglobato nelle costruzioni sveve. Ed al periodo svevo risalgono il castello di Augusta e quello di Siracusa, costruzioni caratterizzate dall’omogeneità dello stile, pensate come “palatium” ma anche come “domus regia”, costruiti secondo i rigidi canoni che lo "Stupor Mundi" aveva dettato ai suoi architetti militari che edificarono anche il castello Ursino a Catania. Assomiglia un po’ alle costruzioni sveve anche il castello di Brucoli, anche se i successivi rimaneggiamenti del Quattrocento e dell’epoca di Carlo V ne hanno fatto perdere l’originale struttura. Sul finire del ‘500 le fonti attestano la presenza sul terriritorio di 24 “castelli reali”, tra cui Siracusa, Augusta, Lentini, Brucoli e Capo Passero, mentre Carlentini, circondata da bastioni e mura perimetrali, diventa una “città rifugio”. Ad Augusta nella prima metà del Seicento l’apparato difensivo del porto è affidato a una serie di forti, dal castello federiciano, alla torre Avalos, ai forti Garcia e Vittoria. Dopo il terremoto del 1542 a Siracusa iniziano i lavori per la ricostruzione delle opere di difesa, ed in particolare i bastioni in difesa di Ortigia, le mura e le porte, delle quali resta ancora in piedi la cosiddetta Porta spagnola.